E TUTTE LE PROVE DELL'ORDITO CHE E' STATO SINO AD OGGI CONSUMATO NEI CONFRONTI DI UNO DEI MIGLIORI MAGISTRATI E TUTTO QUELLO CHE SU APPARATO COPERTO, METODOLOGIE, STRUMENTI, ATTIVITA' EMERGE ATTRAVERSO LA GRANDEDISCOVERY, FANNO DA NECESSARIA CORNICE.
IL FLUSSO DI FINANZIAMENTI E DEI PROVENTI DI ATTIVITA' CRIMINALI E RICICLAGGIO AVEVA UNA FINALIZZAZIONE ULTERIORE E/O COMUNQUE PREVEDEVA UNA MACCHINA MONTATA SECONDO OBIETTIVI STRATEGICI, INCEPPATASI.
Il filo tracciato nella grandediscovery scoperchiava già IL MONDO DI SOPRA COPERTO E LE SUE TRAME, rese intelligibili con prove adeguate, mentre oggi attraverso la eliminazione del "MONDO DI MEZZO" e del "MONDO DI SOPRA" politico visibile, necessaria per i vari motivi illustrati nell'articolo che segue, si tenterebbe di far sparire o mettere in secondo piano il resto ed il di più emersi.
L’errore di infilare artificialmente Paolo Ferraro in un ambiente centrale per le attività coperte in corso o che poteva far capire altro (Cecchignola-2007), vicenda che ha le sue autonome connotazioni personali di accerchiamento antico dovuto ad un crogiuolo di motivi, la persecuzione di Paolo Ferraro quando si rese conto di ciò che covava nel calderone, persecuzione fallita negli obiettivi primari, e quindi infine soprattutto la grandediscovery, sono a monte anche ciò che ha contribuito a fae decidere per la immediata eliminazione della parte più scoperta delle operazioni in corso.
Vi sono poi naturalmente gli eccessi criminali tangentizi ed il tasso di ricatto criminale troppo alto che, dopo aver piegato la resistenza di snodi importanti dello Stato e in specie della magistratura prima ancora della politica, si ritorceva in parte contro il medesimo apparato deviato a livelli più alti (magistrati). Di qui anche il radicale intervento che vorrebbe porre rimedio agli effetti devastanti generati dalle caratteristiche e non sufficiente governabilità di una parte della manovalanza "eversiva" utilizzata.
A ciò si aggiunga il clamoroso sequestro di un quantitativo di cocaina tale da lasciar capire cosa dietro si muovesse, e la “vendetta” di chi volle parlare nel 2012 ( vedi articolo citato sotto, pubblicato sul Tempo) . E gli altri traffici gestiti da militari, la cui finalizzazione emerge a tutto tondo in in contesto deviato ed a matrice coperta internazionale, sinanche. E il nostro pensiero corre a Melania Rea , che ha pagato anche tutto ciò.
Traffici finanziari, riciclaggio, traffici di stupefacenti , il giro delle tangenti e proventi criminali, servizi deviati e pressione strategica sull'ITALIA : un filo unico che lega tutto e la grandediscovery, nata in quattro colloqui con Pietro Saviotti.
E in questo contesto che le morti "da infarto" di Saviotti e CAperna, aggiunti nel settore dei reati contro la personalità dello Stato e dei reati contro la Pubblica amministrazione nella Procura di Roma, si sono rivelate preziose per l'apparato deviato.
E la telefonata di Solange Manfredi con richiesta a me circa se fossi al corrente di tre "particolari" telefonate di Saviotti nella primavera del 2011, fatto già illustrato in precedente articolo, chiude, semmai ce ne fosse bisogno, il cerchio. Saviotti aveva approfondito ed approcciato le questioni scottanti che gli avevo illustrato ( forse o senza forse ?! ) e già nel settembre 2010 era "uno stronzo " per Stefano Pesci ( episodio analiticamente illustrato più volte tra le altre in http://cdd4.blogspot.it/2014/08/un-bel-guazzabuglio-interamente_13.html e citato da ultimo in III. - SOTTRATTISI ED ESTRANEI ALLA PANTOMIMA in http://cdd4.blogspot.it/2014/11/un-profilo-artificialmente-costruito.html ).
Per quanto riusciranno a nascondere, i magistrati criminali che operavano negli anni 2008-2012 ?!
“MAFIA-CAPITALE” è men che meno la ridicola pretesa di essere quella "NUOVA NORIMBERGA" (?!) partorita come slogan "imitato" in ambienti infiltrati della finta controinformazione per "infilare" strumentalmente un percorso storico visibile e distrarre dagli assetti di potere forti e sotterranei , e non è “CORRUTTOPOLI”: apre “solo" una porticina piccola piccola, nolente … , sul mondo di sopra coperto e sulle sue strategie in atto.
“MAFIA CAPITALE” è solo un mero frammentino di TANGENTOPOLI 2, consono ai livelli di degrado e specificità romani, ma soprattutto sottoprodotto ultimo del ventennio inaugurato da Capaci, ma ha un ruolo fondamentale.
Elenchiamo le principali ragioni che sostengono tale lettura:
1. Nel 1991-1992 emerse un intero sistema di spartizioni e tangenti, corruttela e concussioni che vedevano anche pressata una certa imprenditoria e direttamente coinvolto un intero assetto istituzionale destinato ad essere sostituito. Da una parte, escluse le partecipazioni "rosse" dal cuore delle indagini, TANGENTOPOLI apriva la ascesa del “neo” apparato post comunista, preparato dalla seconda metà degli anni ottanta, fedele agli Stati Uniti e al mondo anglosassone, filo bancario e utilizzatore di moduli e coperture da neo strategie di scalata che ormai conosciamo; dall’altra parte la scesa in campo della P2 e di Berlusconi costituirono varianti non programmate ma alla fine sopportate, male, sol perchè rivelatesi utili per meglio preparare il terreno ed il degrado nazionale;
2. A differenza che in TANGENTOPOLI lo zampino di soggetti appartenenti ad apparati deviati, e la perenne ombra e presenza di servizi e coperture improvvisamente rimosse, rivelano che dietro lo scenario di MAFIA CAPITALE, metodi criminali tipici e un'autonoma organizzazione criminale, vi sono fattori in qualche modo guidati e monitorati, fino al recente colpo di spugna;
3. La partecipazione condivisa della componente politica ormai “ex di sinistra” anche eversiva, indica che coinvolgimenti e partecipazioni criminali individuali sono stati interrotti in una loro specifica trasversalità, ma risulta comunque dominante la matrice eversiva di criminalità romana a targhetta di destra, da sempre utilizzata da apparati e servizi, e maggioritaria o più importante per peso la componente di destra nelle attività passive di corruttela, il che contribuisce a rafforzare il quadro abbozzato sopra ;
4. La bòtta assestata al crogiuolo criminale "alimentato" è perciò quasi "mortale" prima di tutto per gli apparati piduisti tradizionali e per la “destra” romana post piduista più massonico nazionale oltrechè per la destra eversiva legata a servizi : il disegno che ne esce resta meglio “delimitabile", come non lo fu per Tangentopoli;
5. L’esplosione della notizia sull’indagine, il bailamme giornalistico e alcuni tratti della gestione informativa pubblica della vicenda, indicano che MAFIA CAPITALE è anche una "risposta" e comunque un'azione condivisa a livelli alti. La conduzione diretta della indagine da parte dei ROS e dei vertici della guardia di finanza non consente altre conclusioni: vi è un intento ed una finalizzazione, non paragonabili però in alcun modo alla TANGENTOPOLI prodotta da Di Pietro e dal partito di quella componente deviata della magistratura consapevole delle strategie meno visibili e più coperte, di matrice atlantista;
6. Il sistema delle tangenti scoperto attinge ai finanziamenti pubblici e ai finanziamenti di settori “solidali” e di SERVIZI essenziali: finanziamenti redistribuiti a pioggia corruttizia e sottratti programmaticamente alla loro destinazione funzionale. La distruzione di questa cittadella criminale, "mondo di mezzo", era ed è quindi necessaria, per limiti di contesto, territoriali, di ambiente e per la palese "temporaneità" dell'accadimento "a tempo determinato" ;
7. Lo sfondo di favori altri e attività deviate coperte diverse, di ben altro spessore e riconducibili a tale realtà romana, è messo in chiaro scuro solo dalla migliore stampa, mentre il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone è stato ben attento a disegnare gravità criminale ma al contempo limiti e contorni dell'associazione per delinquere di stampo mafioso "MAFIA-CAPITALE";
8. TANGENTOPOLI si sviluppò sul e nel sangue di CAPACI, via D’AMELIO e dei quattro attentati terroristico eversivi del 1993. Sulle vicende nazionali vi era allora già la supervisione di un pericoloso apparato in ascesa, che si sovrapponeva anche al preesistente apparato condiviso, ma con TANGENTOPOLI vennero le riunioni su quella nave anglosassone alla fonda nel mare toscano; TANGENTOPOLI era "immersa" in una strategia di lungo periodo e TANGENTOPOLI nacque a MILANO;
9. MAFIA CAPITALE è al contempo un processo romano, della Procura di Roma, contitolare delle indagini nel pool persino il Giuseppe Cascini da noi pubblicamente collegato, anche per sua stessa ammissione, a Stefano Pesci, che è apparso legato a cordate ed attività coerenti con assetti eversivi internazionali e/o a basamento militar deviato nostrano;
10. Dal procedimento MAFIA CAPITALE vengono evocati e tracciati legami, rapporti e attività che lambiscono un livello più alto e coperto, che a sua volta porta dritto dritto al caso Marrazzo, ma anche al caso FINMECCANICA e ad altre sponde. Coinvolto è anche il nucleo di una speciale criminalità romana che tra Magliana, Garbatella e Testaccio ha storicamente assecondato condiviso e gestito vari obiettivi di attività deviate dei servizi.
Vi è quindi solo un pertugio o una porticina dovuta aprire, per necessità, che può spalancare un mondo di sopra coperto .
MAFIA CAPITALE arriva dopo quattro anni di grandediscovery e dopo prove in crescendo sulla esistenza di un apparato massonico deviato ed infiltrato in ben altri quartieri da quelli della MALA cui pure sono richiesti favori ed attività criminali di supporto, forniti.
MAFIA CAPITALE non è "CORRUTTOPOLI" , non è il processo sull’intreccio criminale tra poteri forti o sulle dinamiche e strategie criminali poste in essere in venti anni, che hanno corrotto tutto il sistema istituzionale su vari piani, in modo lucidamente orientato, devastato donne, bambini, magistrati per bene e non, e corrotto irretito e controllato a ben altri livelli uomini ed istituzioni, infiltrando con modalità nuove e più efficienti anche Chiesa, religioni, culture, esercito ed associazioni (da ONLUS a sportive, da sociali a cultural coperte) e altro.
In MAFIA CAPITALE e nelle sue potenziali diramazioni non compaiono la magistratura controllata, la psichiatria di apparato militare e civile asservita e talvolta quasi egemone e componenti militari a oro volta deviate. Non compaiono per ora le risorse messe a disposizione a fondo perduto da vari organismi internazionali, né quei traffici di stupefacenti "funzionali", sui quali indaga la magistratura militare.
MAFIA CAPITALE quindi è, per quello che è, una mera porticina dovuta aprire, aperta, ed una risposta che si vorrebbe conchiudere, anche per rilegittimare di risulta la Procura di Roma coinvolta negli (e talvolta vittima degli) intrighi degli ultimi ventitré anni. Potrebbe essere persino lo spunto per salvare il salvabile della componente deviata, almeno della quota di essa che non ha fatto direttamente quello di cui noi abbiamo fornito prove e dati inconfutabili.
(1) Da qualche parte ho letto sul web che questo procedimento nacque due anni prima da una “intuizione” di Pietro Saviotti, morto per infarto il 05 gennaio 2012, con il quale feci quattro o cinque "chiacchierate" (analisi) ad hoc, tra il febbraio e il marzo 2011.
La mia “intuizione" (quando gli analizzavo i paventati intrecci tra servizi, psichiatrie deviate, camorra e criminalità organizzata, mondo militare e CECCHIGNOLA, due particolari omicidi allora recenti, il fatto che nel processo Gladio intrecci militari e strumentazioni erano già parzialmente disegnati, e gli parlavo del ruolo diretto di Pesci e di Giovanni Ferrara nella vicenda mia e di Agnello Rossi poi, e del processo alla "falange nera massonica” campana che mi aveva incuriosito , poi gestito a Milano da Armando Spataro) mi ha portato a subire e poi capire e ricostruire tutto quello che avete scoperto o state valutando, sino ad oggi, tramite me.
So solo che lui era un magistrato vero, come me, e lo era indipendentemente da quello che in parte fece e da come lo fece, e sol per questo era inviso ad una cordata criminale arrembante che non voleva trovare ostacoli, figuriamoci contrapposizioni.
CORRUTTOPOLI, il processo sulla criminale infiltrazione e corruzione nel senso lato di tutte le istituzioni toccate dal golpe strisciante, deve ancora venire.
Come pure la resa dei conti con l'apparato deviato che ha tra l'altro snaturato una minima ma preziosa parte della magistratura italiana.
Una porticina piccola piccola aperta c’è, ed una cartina al tornasole anche, per cui sapremo tra breve se richiuderanno la porticina voluta/dovuta aprire per la "operazione il mondo di mezzo”, e che cosa porti ben oltre questa operazione.
Nel 2006 tutte le fattispecie di attentato alla personalità dello Stato furono modificate, divenuto non punibile il tentativo, ma solo il reato realizzato. (n.b. linguaggio non tecnico).
Il procedimento che dia conto in termini di responsabilità di reati finali ed effetti, ma anche di reati mezzo, strategie ed attività deviate su vari piani, sta lì, un pò oltre quella minuscola porticina che vorrebero richiudere, per non essere tutti i coinvolti responsabili di ben altro.
In questi due anni tre tentativi, gestiti, sventati e corroborati dal solito nostro sistema di prove artgianale ma efficiente:
1. (2) Nel 2012 prima di estate e poi in autunno un avvicinamento telefonico prima da un personaggio di Bergamo o dintorni, Antonio A. reduce da lunghi impegni "internazionali" in "Kazakistan", intermediato dalla solita "gnocca" milanese questa volta vicina o intranea a mondo degli anarchici, che invoca incontro "urgente" a Roma davanti al Pantheon poi anche con il tizio e più volte mediante programma di video comunicazione Skype ed ooVoo, e ovviamente portata in giro come molte altre avvicinatesi a scopi di evidente incastramento, lascia intendere a corredo ed appositamente provocata sue "disponibilità". Patrizia C. dal cognome lievemente sintomatico e dalla prospettazione "inequivoca", per un magistrato come chi scrive. Lui Antonio A. abile simulatore "professionale", in "dichiarato" e poi riscontrato contatto come informatore o "pentito" o parte offesa, contatto/gestione, con la/della dda ( direzione distrettuale antimafia) della Procura di Reggio Calabria, e relativi ufficiali di p.g. , del R.O.S. credo, che proponeva a me finanziamenti a fondo perduto mediante piattaforma internazionale e Carities cioè Onlus ... Feci una telefonata improvvisa al magistrato non secondario della Procura che trattava il personaggio e che, molto affabile, mi confermò fatti e dichiarazioni ... un informatore pentito parte offesa o meno che si avvicinava a Paolo Ferraro ?! Non ci covava solo una gatta .. come in altri casi .. ( errori a iosa nella simulazione e l'errore di pensare di poter gestire una ennesima trucco del genere con variante di nuovo tipo, e con tanto di altro ufficiale di pg che, valigetta alla mano, simula un incontro casuale al bar di Labaro ... presente il personaggio letteralmente pilotato abilmente da me e convogliato in una mia astuta trappola, con tanto di testimone che segue la mia manovra e partecipa all'incontro, della cui natura ho poi a lui illustrato gli elementi da me analizzati e lo scopo mio di acquisire tutte le conferme necessarie. Antonio A. mandato poi senza mezzi termini in pesantissimo modo a quel paese lui e chi gli stava dietro, ad accertamento subito concluso, riaccompagnatolo alla stazione ferroviaria). All'epoca la Procura di Reggio Calabria era senza il Procuratore Capo, che la aveva lasciata da pochi mesi, nominato Procuratore Capo della Repubblica presso il TRIBUNALE di ROMA ;
[N.B. Il sistema finanziario internazionale al livello di vertice non funziona solo sulla base delle rigide regole del debito come per gli stati nazionali. E le piattaforme producono ed accreditano secondo obiettivi e finalità internazionali, al sistema delle attività di riferimento associative Onlus e carities, saltando il circuito bancario creditizio tradizionale ed usando solo il circuito elettronico bancario o lavorando con il contante stampato (di solito dollari).Possono fare ciò perchè essendo al vertice della catena monetaria stampano o producono elettronicamente a costo zero o giù di lì, finanziando operazioni internazionali il cui "rientro" è strategico e su piani di politica internazionale"]
2. un tentativo reiterato con telefonate al cellulare di elargire somme per aiutare a sostenermi, "in attesa che tutto potesse uscire fuori", mediante soggetto che si profilava come in collegamento con mondo dei servizi, a me vicino e consapevole delle mie cose, anche lui più cortesemente mandato a quel paese .. dopo avergli fatto capire che di somme e finanziamenti non se ne parlava, e avergli anche fatto capire con più garbo che di queste eventuali trappolette o contributi di incerta provenienza se ne poteva fare a meno ( asocto di morire di fame);
3. Un gesto apparentemente generoso e di aiuto di un avvocato, pacco di banconote alla mano, nel maggio 2013 con formula garbata, respinto ( ma con la durezza implicita mascherata da commosso rifiuto, che all'avvocato, noto, non è sfuggita).
Ed ecco piovere come la manna dal cielo l’inchiesta romana denominata “mafia capitale”.
Parallelamente, il "risveglio" del movimento 9 dicembre e simili, l’inneggiare ad una casta politica marcia e corrotta di ladri da mandare a casa (per metterci chi? I militari? Ricordiamo il Cile del 1973 e gli scioperi selvaggi che precedettero l’instaurazione del regime terrifico di Pinochet). Sullo sfondo, la politica economica di autodistruzione non dichiarata di Renzi, il patto del nazareno e altri, la perseguita disintegrazione dell'impianto democratico della Costituzione. Questi poli nella situazione attuale portano corrente di omologo voltaggio.
Parlando di mafia, non possiamo non far riferimento a Falcone e Borsellino. In particolare, a quello che è il testamento di Paolo Borsellino: l’ultimo suo intervento pubblico nell’incontro organizzato dalla rivista Micromega.
Sarebbe "naturale" trovare come protagonisti del discorso di Borsellino il sistema delle famiglie mafiose, i rispettivi capi, Totò Riina, gli esecutori della strage di Capaci ecc.. Invece "stranamente" Borsellino parla quasi esclusivamente di vicende romane inerenti la magistratura, il CSM in particolare e marginalmente dell’ambiente palermitano. Ce lo dice poi chiaramente: l’omicidio di Falcone è stato solamente l’epilogo eclatante di una distruzione iniziata nel 1988 e non da parte della mafia ma attuata da una parte della magistratura (e in particolare le maggioranze nel CSM che affossarono ripetutamente un eccellente magistrato...).
Oggi ne sappiamo di più grazie alle prove raccolte a partire dalla sua vicenda da Paolo Ferraro, altro magistrato di caratura certo non inferiore a Falcone e che condivideva di Falcone scelte, percorsi ed impegno ma nell’ambito di magistratura democratica e proprio nelle vicende romane dell'epoca, ricordate da Borsellino.
Oggi sappiamo anche ciò che in quegli anni non era trapelato in concreto enon sarebbe trapelato, sino alla oduerna unica ricostruzione completa: la vera e propria guerra sotterranea condotta in particolare da una componente estremamente attrezzata e pericolosa, che godeva di una segretezza insospettabile, ed insospettabile agiva.
Nelle vicende rammentate da Borsellino, contro Falcone vi era anche un "giovane" Giuseppe Cascini, che a Paolo Ferraro, da sempre anche schierato con Falcone, aveva detto a inizio autunno 1991 chiaramente "tu sei uno ingombrante, vai tolto di mezzo", col tono sardonico di un anziano "capo-bastone".
Si, lo stesso Cascini oggi tra i delegati alla indagine nel pool sul “sistema mafioso” della capitale condotta da Pignatone.
Lo stesso Cascini che dichiarava nel marzo 2011, anzi ricordava (visto che parlava con Paolo Ferraro), “quello che ha fatto Stefano è quello che faccio io ... noi siamo la stessa cosa”, riferendosi a Stefano Pesci.
Oggi la cordata che ha scalato anche la magistratura romana (compresa una parte del CSM compresa) dall’interno, interamente portata allo scoperto è in seria difficoltà, e persino la componente di servizi ed elite militari deviate con l'appendice condivisa di massonerie parioline sono state smascherate. E soprattutto l'intera magistratura è stata avvisata e ne è non poco avveduta.
Non si tratta di un alveo, quello pubblicamente denunciato, totalmente estraneo ad un mondo nero ed infiltrato che promana anche da servizi e forze analoghe: a questa conclusione è agevole pervenire per logica e la forza della logica che promana dalle prove pubbliche che Paolo Ferraro ha fornito su attività certamente riconducibili ad ambienti ed ambiti organizzati e "strutturati".
Sessanta secondi svelano, attentamente valutati, più di mille documenti Nel Febbraio 2012, pervenne al Dott. Paolo Ferraro, tramite la segreteria telefonica installata presso il Server Omnitel Vodafone del cellulare di pertinenza, un messaggio audio del tutto particolare. Si trattava di una registrazione ambientale, traccia fonica sovrapposta ad una pregressa traccia in sottofondo di una telefonata della di lui madre, rimanendo riferita la registrazione al numero di …
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L’ex Procuratore Ferrara, pensionato dopo breve transito ad incarichi ministeriali (il suo ruolo è stato sviscerato, prove alla mano su fatti ed avvenimenti, nelle vicende a monte), è stato nel settembre 2012 sostituito dal Procuratore Giuseppe Pignatone, un magistrato di ben altro livello.
(3) Pignatone è lo stesso magistrato che risulterebbe però aver firmato la richiesta che apriva la "incredibile" procedura per affidamento di Paolo Ferraro ad amministrazione di sostegno... ( avvio della tentata morte civile ... ).
n.d.r. "E a riguardo, letto il tenore, la struttura lessicale e vagliati i contenuti e passaggi, ancora ci permettiamo di coltivare un ipotetico dubbio: lo fece mal consigliato, a fronte di documenti falsi e falso dossier, pressato dalla recente morte di Alberto Caperna "che lo aveva colpito anche personalmente", o addirittura era parzialmente ignaro del reale contenuto della istanza e della apparente sua firma !?".
Ma chi firma in mera ipotesi, consapevole ed in accordo sempre in mera ipotesi, un abominio del genere, quanto altro può fare e cosa può architterae e congegnare con chi tira i fili sotterranei di attività para-istituzionali ?!
E per apprezzare a che punto di nefandezza siano giunti coloro che hanno marchingegnato il provvedimento , osservate con attenzione:
e questo il certificato che era agli atti con altri e consulenze, inequivoco: già da solo basterebbe a svergognare per sempre la manovra criminale congegnata all'interno della Procura di Roma
Dalla grandediscovery portata avanti da Paolo Ferraro emerge, prove alla mano, l’intreccio dei rapporti tra apparati deviati, una quota di peso importante nella procura di Roma, il mondo militare anche legato ai servizi, ambienti vari professionali.
I legami tra queste realtà ed esponenti infiltrati in partiti e movimenti e svariati ambienti politici e non, a cascata, e i ruoli che di norma assolve infine la bassa manovalanza , sono certamente "lambiti" dalla indagine MAFIA CAPITALE.
Il lavoro del CDD ha portato alla luce non solo nomi , ma anche illustrato e provato metodi di azione, strumenti, logiche, protocolli, ascendenti ed antefatti su un piano e su un livello più alto.
La pressione sulla magistratura e la sua scalata, il controllo della politica attraverso l’irretimento e la tessitura di una rete di corruzione, compromissioni e ricatti di uomini politici, parlamentari od occupanti di cariche significative nei diversi settori dell’amministrazione e dello Stato, è oggi uno scenario illuminato analiticamente.
E l’ex Nar Carminati proprio su quel piano alto di attività deviate e gestite da servizi era stato nel passato collocato e si era collocato, consapevolmente.
Il caso Marrazzo a titolo di esempio generale, in questo senso è emblematico ed è stato ampiamente svelato nelle sue trame concrete e reali, dietro le quinte, e nei suoi moventi. Gli elementi di contiguità con le vicende solo scoperte nella Cecchignola ( e solo scoperte , essendo rimasto Paolo Ferraro intonso), sono tanto vistosi da lasciare senza repliche.
LAINDAGINE “FIORI NEL FANGO” ( infangata essa ) e la GRANDEDISCOVERY . ( Riedizione implementata al 1° gennaio2014 , IN CODA SINTESI E LINK PER TUTTE LE VICENDE AMONTE ED A VALLE ) I passaggi di quadro afferenti LA GRANDEDISCOVERY, ALLA LUCE DEI DATI EMERSI, RITROVANDO NOTIZIE ( preziose ) SULLA INDAGINE ” FIORI nEL FANGO” a ROMA , RIPRENDENDO I POST 1/12 2/12 3/12 4/12 … Continue reading →
Come si può allora inquadrare coerentemente, in questo scenario, l’inchiesta MAFIA-CAPITALE oggi assurta agli onori delle cronache ?!.
Si può ragionevolmente ritenere che si voglia anche far fuori il livello inferiore, ormai rivelato e compromesso, in quanto portato a conoscenza dell’opinione pubblica e della parte sana delle istituzioni, e che si attivi la trappola finale perchè la funzione intermedia di corruzione ed irretimento avrebbe raggiunto nel caso specifico i risultati e scopi perseguiti ( più in alto).
I colletti bianchi e servizi e apparati di supporto eliminano di norma la bassa manovalanza ormai compromessa, in questo caso forse ( e senza forse) anche perchè resasi un pò forte del proprio potere ricattatorio, comunque tirando la rete a maglie grosse quando è il momento.
Ovviamente l'input è esterno alla magistratura in senso istituzionale e la magistratura gestisce un prodotto giudiziario.
n.d.r Ciò non toglie che la prova della partecipazioni di magistrati della procura romana e di uffici giudiziari romani in riunioni presso l'ospedale militare CELIO a Roma, od a cenacoli o altre non ufficiali riunioni "decisionali", vedrebbe partecipanti ad un livello più alto membri della istituzione giudiziaria.
Comunque non è per niente assurdo ipotizzare che si speri, così operando, anche di cauterizzare una ferita aperta, ormai non più occultabile allo sguardo dei cittadini informati e soprattutto alla parte sana ancora predominante nelle istituzioni, prima tenuta nell’impotenza e priva degli strumenti per comprendere e difendersi (non dimentichiamo quei magistrati romani "portati da un magistrato presso il primario del reparto psichiatrico del Sant’Andrea Girardi, per essere trattati e ricondotti nei ranghi…così come politici e persino, anzi anche, ministri, - le registrazioni video audio nel Sant'Andrea e le dichiarazioni del dott. Paolo Girardi e Gabriele Sani -
e non dimentichiamo la sorprendente percentuale di morti per infarto nella magistratura romana, ma anche altre malattie meno improvvise in percentuale troppo cospicua, - n.d.r - e persino il caso di un serio e professionale pretore del lavoro deceduto nell’estate 1995 per una influenza-patologia “fulminante”, un giudice realmente "democratico" che in realtà costituiva l’ossatura della opposizione democratica in M.D. in quell'anno, insieme a Ferraro e vari altri, e non dimentichiamo poi la "scomparsa" del dott. Adinolfi del Tribunale Fallimentare romano... ma l’elenco sarebbe lunghissimo).
La bassa manovalanza esterna è dedita invece proprio alla corruzione dei corruttibili e all’irretimento o compromissione organizzata dei più resistenti, tipico l'utilizzo archetipo delle "femmene".
La strategia ultima, vista dall’alto?
La presa od il controllo dei poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo mediante il sostanziale svuotamento anche della sovranità dei rappresentanti del popolo, attraverso gli strumenti preparatori della corruzione e dell'irretimento, scandali e percorsi distruttivi, e la successiva finale liquidazione di un’intera classe politica ridotta a sub-casta servile, in parte per via giudiziaria e nella fase finale, eventualmente, per via solo apparentemente “rivoluzionaria” ( ma eversiva) e invece realmente "controrivoluzionaria"(che oggi verità, legalità e giustizia siano rivoluzionarie è un dato direi pacifico).
Si tratterebbe in questo scenario di una via eversiva sostanzialmente golpista, con azione militare ed autoritaria coèva al crollo socio economico, che pieghi infine la stessa resistenza a morire della sub-casta politicam nel momento in cui va percependo di essere stata solo utilizzata e portata per mano e per altro (un po’ come i bambini del libro di Collodi, portati insieme a Pinocchio nel paese dei balocchi per essere infine schiavizzati e tramutati in asinelli, da sfruttare o da vendere).
A questo punto fanno buon gioco certi movimenti all'uopo anche debitamente infiltrati: movimenti in nominale difesa del cittadino che fomentano l’odio nei confronti della "casta politica ladrona" e corrotta, a colpi di slogan “mandiamoli a casa”. Ovviamente senza spiegare chi gestirà il potere dopo la cacciata e senza chiedersi chi sia il corruttore della classe politica.
È vero, se ci sono i corrotti ci saranno pure i corruttori! n.d.r. E dietro, chi manda i corruttori ...
E addirittura vi è chi si è mosso denunciando sub facie giudiziaria penale (reati) un intero percorso storico politico, alla "Procura di Roma", con una operazione meramente propagandistica che nasconde scientemente lo zoccolo duro del vero potere forte che gestisce in Italia le trame ed i processi socio istituzionali che contano. Ed è da questi che dipende poi il potere decisionale, non viceversa . E' come se lottando contro una piovra gigante, la piovra stessa organizzasse un manipolo di finti assalitori impegnati a scagliare epiteti e scuri
contro un tentacolino sempre rinovabile e destinato in realtà ad essere in prospettiva eliminato mentre la piovra continua a gestire tutto, perchè non si toccano nè si nominano i centri nevralgici e non si indica una politica reale e concreta che li disarticoli.
A Roma esiste una parte sana della magistratura, che coesiste con quella deviata che manteneva su di sè il più stretto segreto. Fu il magistrato Paolo Ferraro che con enorme intuito e da PULITO capì quello che accadeva portando le prove che consentono di ricostruire tutto, a partire dal luogo scelto per tentare, fallendo prima di tutto sul piano umano, di mettere in trappola, circuire o piegare uno dei migliori ed indipendenti magistrati. Tale è rimasto, rivelando intuito investigativo, rapidità e capacità di decidere tali da restare anche per questo nel memorandum delle attività deviate dell'apparato ("viaggia più veloce della luce, lui pensa capisce .. ma poi .. agisce .. agisce", immortalato in queste frasi anche il "profilo" dello psichiatra Paolo Girardi).
Grazie al CDD in questi anni è stato portato allo scoperto anche il versante disinformativo deviato collaterale e contiguo, con tutti i protagonisti e le strategie che identificano qualsiasi operatore di tal fatta.
Tutte le principali trappole, i marchingegni, le metodiche sono stati individuati: se volete giungere alla meta del vero cambiamento, per uno Stato ed istituzioni non ostili e al servizio dei cittadini, dovete percorrere un sentiero disseminato di trappole ed evitarle tutte.
L’informazione necessaria è a disposizione, basta volerlo: smettere di aspettare la manna dal cielo, formarsi ed informarsi, ragionare con la propria testa. Puntare sul fermare strumenti ed obiettivi di progetti deviati partendo dal cuore degli strumenti apprestati (aree di intervento prioritarie: Medicina e suo assetto, Psichiatria, servizi civili e militari, sistemi sociali privati nel coagulo devastante creato su famiglia e minori, a cavallo tra istituzioni e società).
E comunque mai diventare carne da cannone per rivoluzioni di piazza orchestrate dagli stessi che hanno creato tutta la situazione ed ora propongono la soluzione “che si rigira in quel posto per tutti”.
Buon Viaggio, ci ritroveremo oltre in direzione della vera mèta, se vorrete.
M.V.